Come in moltissime altre civiltà, se non tutte, in Giappone l'architettura sacra esprime il meglio dell'arte nazionale. Custodi di usanze e tradizioni, fonte di costante ispirazione poetica, testimonianze del genio creativo dei secoli passati, templi e santuari sono ancora i luoghi centrali di ogni località, grande o piccola che sia.
La visita a templi e santuari è per il visitatore uno dei modi migliori per imparare a conoscere la cultura e la visione del mondo che per secoli ha permeato il Giappone. Ancora centrali nella vita quotidiana del singolo e della collettività, questi luoghi sono spesso oasi di pace e armonia fuori della dimensione dei cambiamenti e delle occupazioni del mondo profano.
La cornice naturale che racchiude i templi e i santuari demarca la differenza ontologica tra il mondo profano e i luoghi del sacro. Già essa da sola induce nel visitatore quei cambiamenti nella psiche che sono precondizione a una visita rispettosa e proficua.
Santuari shintoisti
Quando si visita un santuario scintoista occorre tenere un comportamento decoroso e rispettoso. Lo shintoismo enfatizza l'importanza della sincerità e dell'armonia in ogni ambito. Mano a mano che si procede verso il centro del santuario, nella profonda quiete e serenità dell'ambiente circostante, tensioni, preoccupazioni, senso di solitudine svaniscono e si scopre dentro di sé profonda empatia con il mondo e la realtà spirituale dell'esistenza.
E' consuetudine astenersi dalla visita a un santuario quando si è malati, feriti o in lutto poiché tali condizioni sono considerate impure.
Accesso
L'ingresso a un santuario scintoista è segnalato da un torii, il portale che separa l'area sacra del luogo di culto dal mondo profano. Il passaggio fisico implica naturalmente un momento di introspezione e preparazione spirituale che culmina in un inchino.
Dal torii si prosegue verso il cuore del santuario percorrendo un sentiero noto col nome di sandō. In segno di rispetto è opportuno camminare vicino ai margini del sentiero poiché il centro è riservato alla divinità.
Abluzione
Il rito dell'abluzione delle mani e della bocca (temizu) è il primo atto compiuto dai devoti in visita a santuari scintoisti. Tale rito (misogi) rende il devoto puro e quindi degno di avvicinarsi alla divinità.
In origine, e laddove possibile ancora oggi, le abluzioni erano svolte presso sorgenti, fiumi e specchi d'acqua naturali.
Nella maggioranza dei casi le abluzioni sono compiute presso una fonte in una vasca coperta da un padiglione (chōzuya).
L'abluzione si svolge nel seguente modo:
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con la mano destra si prende il mestolo, lo si riempie e si versa un po' d'acqua sulla mano sinistra;
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si passa il mestolo nella mano sinistra e si versa un po' d'acqua sulla mano destra;
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si prende nuovamente il mestolo con la mano destra, si versa dell'acqua nel palmo della mano sinistra, si avvicina la bocca e la si sciacqua (è scorretto e ovviamente non igienico avvicinare la bocca al mestolo);
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si solleva il mestolo in modo che l'acqua scorrendo ne pulisca il manico;
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si ripone il mestolo con l'incavo rivolto verso il basso laddove lo si era trovato.
L'acqua è raccolta col mestolo una sola volta durante l'intero rito. E' disdicevole e irriguardoso bere l'acqua dal mestolo.
Preghiera
Una volta compiuta l'abluzione si è puri e si può raggiungere lo haiden, la sala delle preghiere. Lo haiden è l'edificio adibito alla preghiera e alla celebrazione delle funzioni religiose.
La preghiera si svolge nel seguente modo:
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si compie un'offerta inserendo una moneta (saisen) nell'apposita cassetta (saisenbako);
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se presente, suonare la campana due volte agitando la lunga corda del battaglio per salutare la divinità;
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retrocedere;
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inchinarsi due volte;
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battere le mani davanti al petto due volte (in segno di felicità e rispetto);
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mantenendo le mani giunte, esprimere in silenzio gratitudine e pregare;
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compiere un ultimo inchino, in genere leggermente più profondo e lungo dei precedenti.
Contemplazione dello Honden
Dietro lo haiden si trova lo honden, il cuore del santuario. Lo honden custodisce gli oggetti sacri, il simbolo in cui risiede il kami al cui culto è dedicato il santuario. Non è possibile entrare nello honden. L'entrata è prerogativa dei sacerdoti autorizzati.
Alcuni santuari non hanno lo honden poiché la divinità (kami) è custodita in un'entità troppo grande per poter stare in un edificio (è il caso delle montagne sacre, degli alberi, dei corsi d'acqua, delle rocce e via dicendo).
Templi buddhisti
La visita ai templi buddhisti non è regolata da una procedura codificata come accade per i santuari shintoisti.
Se è presente una fonte, ci si purifica come si è soliti fare nei santuari shintoisti e ci si reca di fronte all'altare. Se sono presenti candele e bacchette di incenso, dopo aver fatto un'offerta se ne può accendere una e poi deporla nel luogo adatto. Dopo l'offerta si compie la preghiera. Non occorre in alcun momento battere le mani.
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